martedì, ottobre 23, 2007

La paura di volare


“Dagli uomini”, disse il Piccolo Principe, “coltivano cinquemila rose nello stesso giardino... e non trovano quello che cercano” “E tuttavia quello che cercano potrebbe essere trovato in una sola rosa o in un po’ d’acqua”... “Ma gli occhi sono ciechi. Bisogna cercare col cuore “
(Saint-Exupéry, 1943, pag. 108).

Queste parole esprimano la condizione umana d’oggi che ricerca all’esterno i significati delle cose e non si rende conto che s’allontana sempre più dalla fonte originaria interiore.
Anni fa si nasceva, si viveva e si moriva nello stesso villaggio o città... si avevano sempre gli stessi amici con cui si passava da dividere il banco a scuola a trovarsi in pensione, al bar del paese, a giocare a carte. Poi i trasporti sono diventati più semplici, il mondo si è globalizzato ed è stato sempre più difficile contenere il nostro animo curioso... scoprire, vedere, vivere posti e persone differenti e parlare più lingue. Dopo le emigrazioni delle famiglie dei periodi post guerra sono iniziate le emigrazioni dei singoli del periodo della ricchezza! La famiglia ora è il motivo per restare e la libertà da relazioni il motivo per viaggiare...
Un aereo costa pochi euro, le monete sono rimaste due o tre, con inglese o spagnolo si parla con tutti, con internet si telefona in tutto il mondo gratis, le banche trasferiscono denaro ovunque, le lauree valgono in tutti i paesi... c'è solo l'imbarazzo della scelta... si punta il dito su un punto del mappamondo, si va e si può stare quasi come a casa!
Da quando sono nato ho visto tantissimi amici partire, molti ora non vivono più a Modena (chi all'estero e chi in altre città d'Italia), come mai io tanti? Ci sono persone che escono con gli stessi da quando avevano 15 anni.. io no!
"Gli amici degli amici sono come gli amici!" Me li sono cercati, mi piace chi non si accontenta, da chi vuole imparare la gastroenterologia a Padova a chi vuole operare un cuore in Brasile.
Anche io ero partito e li avevo lasciati soli... sono gli amici e la vita che voglio, ma certe volte mi chiedo: con chi giocherò a carte al bar?
La specialità ora finisce, si ci disperde per l'ennesima volta e ognuno seguirà i suoi sogni sapendo che l'amicizia resta, ma che il contatto visivo si perderà.
Sono contento così, visiterò Cremona, mangerò a Caltelnuovo Monti, prenderò il sole alla Garriga, ma certi giorni, soprattutto dopo aver chiaccherato con una cara amica, si ci sente un pò soli...

Ecco ciò che cercavo di spiegare...

“No”, disse il piccolo principe. “Cerco degli amici. Che cosa vuol dire addomesticare?”
“E’ una cosa da molto tempo dimenticata. Vuol dire creare dei legami...”
“Creare dei legami?”
“Certo”, disse la volpe. “Tu, fino ad ora, per me, non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E non ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me. Io non sono che una volpe uguale a centomila volpi. Ma se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno l’uno dell’altro. Tu sarai per me unico al mondo, e io sarò per te unica al mondo”.
“Comincio a capire”, disse il piccolo principe. “C’è un fiore... credo che mi abbia addomesticato...”
...
Ma la volpe ritornò della sua idea:
“La mia vita è monotona. Io do la caccia alle galline, e gli uomini danno la caccia a me. Tutte le galline si assomigliano, e tutti gli uomini si assomigliano. E io mi annoio per ciò. Ma se tu mi addomestichi, la mia vita sarà come illuminata. Conoscerò un rumore di passi che sarà diverso da tutti gli altri. Gli altri passi mi fanno nascondere sotto terra. Il tuo, mi farà uscire dalla tana, come una musica. E poi, guarda! Vedi, laggiù in fondo, dei campi di grano? Io non mangio il pane e il grano, per me è inutile. I campi di grano non mi ricordano nulla. E questo è triste! Ma tu hai dei capelli color dell’oro. Allora sarà meraviglioso quando mi avrai addomesticato. Il grano, che è dorato, mi farà pensare a te. E amerò il rumore del vento nel grano...”
La volpe tacque e guardò a lungo il piccolo principe:
“Per favore... addomesticami”, disse.
“Volentieri”, rispose il piccolo principe, “ma non ho molto tempo, però. Ho da scoprire degli amici, e da conoscere molte cose”.
“Non si conoscono che le cose che si addomesticano”, disse la volpe. “Gli uomini non hanno più tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercanti le cose già fatte. Ma siccome non esistono mercanti di amici, gli uomini non hanno più amici. Se tu vuoi un amico addomesticami!”
“Che bisogna fare?” domandò il piccolo principe.
“Bisogna essere molto pazienti”, rispose la volpe. “In principio tu ti sederai un po’ lontano da me, così, nell’erba. Io ti guarderò con la coda dell’occhio e tu non dirai nulla. Le parole sono una fonte di malintesi. Ma ogni giorno tu potrai sederti un po’ più vicino...”
Il piccolo principe ritornò l’indomani.
“Sarebbe stato meglio ritornare alla stessa ora”, disse la volpe. “Se tu vieni per esempio tutti i pomeriggi alle quattro, dalle tre io comincerò ad essere felice. Col passare dell’ora aumenterà la mia felicità. Quando saranno le quattro, incomincerò ad agitarmi e ad inquietarmi; scoprirò il prezzo della felicità! Ma se tu vieni non si sa quando, io non saprò mai a che ora prepararmi il cuore... Ci vogliono i riti!”.
“Che cos’è un rito?”(...)
“E’ quello che fa un giorno diverso dagli altri giorni, un’ora dalle altre ore.”(...)
Così il piccolo principe addomesticò la volpe.
E quando l’ora della partenza fu vicina:
“Ah!” disse la volpe, “...piangerò”.
“La colpa è tua”, disse il piccolo principe, “io, non ti volevo far del male, ma tu hai voluto che ti addomesticassi...”
“E’ vero”, disse la volpe.
“Ma piangerai!” disse il piccolo principe.
“E’ certo”, disse la volpe.
“Ma allora che ci guadagni?”
“Ci guadagno”, disse la volpe, “il colore del grano”.
(Saint-Exupéry, 1943).

Per questo non volevo volare....

Dedicato alle Fra e a Panico...

3 Comments:

Blogger Antonella said...

E magari si scoprì che il nano non era un nano, ma un bambino...

23/10/07 12:52  
Anonymous Anonimo said...

Così slatentizzi la malinconia che sto cercando a tutti i costi di frenare da venerdì.. Sta mattina ho ripercorso il corridoio e G. faceva lezione agli studenti e mi è sembrato ieri che c'eravamo noi lì seduti, poi mi sono guardata la pancia e ho dovuto essere felice di essere andata avanti nella mia vita e anche nella nostra speciale amicizia.. Questi anni mi hanno dato tanto, è un pò difficile rinunciare alle istituzioni quando, per definizione, ti portano a vedere le persone care senza doverti organizzare.. ma poi le persone care restano care no? anche senza istituzioni e allora poi si organizzano e creano delle altre cose, magari meno istituzionalizzate ma comunque solide. Mi illudo? Va beh comunque vi voglio bene proprio tanto
Fra

24/10/07 19:20  
Anonymous Anonimo said...

.. Comunque hai scritto si ci..
sei proprio la mia patatina veh
Fra

24/10/07 19:25  

Posta un commento

<< Home