giovedì, marzo 13, 2008

Non mi dico più che sono fortunato

Essere "fortunati"... molto spesso dico a me stesso che sono fortunato... che ho tutto quello che desidero... che faccio quello che mi piace fare... che la mia vita mi piace...
Se dico che sono fortunato però mi sminuisco, sembra che ciò derivi solo dal caso, che le mie azioni non cambiano la mia vita, che gli eventi non dipendono da me!
Oggi vorrei dirmi e dirti che se sono fortunato è perchè me lo merito, perchè lavoro sodo, perchè mi ritengo un buon amico, perchè so il valore della sincerità e della lealtà, perchè mi commuovo se qualcuno che conosco sta male...
Certo sono nato a Modena e non in Burundi, certo, se Dio vuole, le persone a me care stanno bene (bisognerebbe discutere a lungo se anche questo dipende solo dal caso o anche da stili di vita e scelte giuste...), però vorrei citare una Parabola, e scusate davvero questa impronta Cristiana al Blog (alcuni ne potrebbero risultare offesi ma non mi importa!):
Parabola dei Talenti:

Avverrà come di un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni.
A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, a ciascuno secondo la sua capacità, e partì.
Colui che aveva ricevuto cinque talenti, andò subito a impiegarli e ne guadagnò altri cinque. Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone.
Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò, e volle regolare i conti con loro. Colui che aveva ricevuto cinque talenti, ne presentò altri cinque, dicendo: Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque. Bene, servo buono e fedele, gli disse il suo padrone, sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone.
Presentatosi poi colui che aveva ricevuto due talenti, disse: Signore, mi hai consegnato due talenti; vedi, ne ho guadagnati altri due. Bene, servo buono e fedele, gli rispose il padrone, sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone.
Venuto infine colui che aveva ricevuto un solo talento, disse: Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso; per paura andai a nascondere il tuo talento sotterra; ecco qui il tuo. Il padrone gli rispose: Servo malvagio e infingardo, sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l'interesse. Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perché a chiunque ha sarà dato e sarà nell'abbondanza; ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha. E il servo fannullone gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti.

Certo è una parabola molto dura, ma non ci dà, in fondo, grande responsabilità? Chi ha avuto deve sapere sfruttare... Io sono si fortunato perchè ho, ma penso e spero di fare di tutto per sfruttare i miei talenti...

Sembrerebbe un post narciso, ma è per ricordarmi, e ricordarti, che se sono quello che sono lo devo a me e al mio lavoro e che i talenti che ognuno ha vanno sfruttati...

1 Comments:

Blogger Antonella said...

approvo in toto, bello mio. si chiama anche Legge di Attrazione, come ben sai ;-): simile attira simile. abbondanza attira abbondanza, amore attira amore, felicità attira felicità e gratitudine attira altre cose per cui essere grati...

E non lasciamoci sfuggire il fatto che il servo "cattivo" non ha messo a frutto il suo talento per paura... Ogni decisione presa in base alla paura non fa altro che allungare il nostro cammino e renderlo più tortuoso...

quindo fiducia, fiducia, fiducia!

e poi bello che i talenti si chiamano così, no? come i talenti spirituali o artistici o matematici o da... studiosi di medicina che ciascuno di noi ha!

14/3/08 13:56  

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